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giovedì 8 settembre 2016

Uomo di Stato o Mister Amazon? Francesco Boccia (Pd) chiede chiarezza su Diego Piacentini, commissario del Governo per il digitale.



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Conflitto di interessi
"Diego Piacentini è al servizio della Repubblica Italiana o è un uomo di Amazon?"
Intervista di Francesco Boccia all'Huffington Post sul conflitto d'interessi che pesa sul Vice presidente di Amazon 
Un macigno su Diego Piacentini, il Senior Vice Presidente di Amazon, che il premier Matteo Renzi ha nominato Commissario straordinario del governo per il digitale e l'innovazione lo scorso 10 febbraio.

Un macigno a causa del conflitto di interessi tra il granitico legame Piacentini-Amazon e l'incarico pubblico che lo stesso Piacentini ha accettato di assumere per conto del governo italiano.
"…Chiarisca, una volta per tutte, se detiene ancora azioni nel colosso statunitense, perché se così fosse è evidente che si profila un chiaro conflitto d'interessi".
È quanto dichiara Francesco Boccia, Presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati e membro del Partito Democratico.

"…In alcune di queste grandi aziende…lo stipendio è l'ultimo dei problemi. Noi auspichiamo che Piacentini abbia lasciato definitivamente Amazon. Se detiene stock options è evidente che il problema non è il lavoro dipendente, ma se è ancora azionista o meno. Come è noto – prosegue il Presidente della Commissione Bilancio - in Amazon e in molte di queste multinazionali lo stipendio base è relativo e spesso basso, ma poi ci sono compensi dati attraverso milioni di dollari in azioni. Il tema è semplice: è ancora azionista o no? Detiene stock options o no? Basta rispondere sì o no".

Dal 17 agosto Diego Piacentini ha assunto le funzioni operative del nuovo incarico a Palazzo Chigi e il quesito che pone Boccia è di grande rilievo.
"…Piacentini conoscerà tutti i retroscena della Pubblica Amministrazione digitale italiana e le scelte del governo in materia. Conoscerà i dettagli del mercato e dei concorrenti nazionali di Amazon in Italia e le stesse strategie fiscali che stiamo concordando in Europa, solo per fare alcuni esempi".

Il problema evidentemente non è nuovo sulla scena politica italiana, anzi.
"Io dico solo che se tu decidi di lavorare e fare del bene per il tuo Paese, sei il benvenuto, lo fai per anni e non lo fai essendo azionista di un grande gruppo – conclude Boccia - Per molto meno abbiamo messo Berlusconi in croce per vent'anni sul tema del conflitto d'interessi. Noi abbiamo il dovere non solo di risolvere il tema del conflitto d'interessi al tempo dell'economia digitale, ma di dimostrare di averlo già fatto con atteggiamenti e comportamenti che vanno in questa direzione".

Vai all'articolo dell'Huffington Post


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