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SICUREZZA: RINNOVATI I VERTICI AIIC,
SANDRO BOLOGNA ELETTO PRESIDENTE
Roma, gennaio '11 - Cambio al vertice dell'AIIC-Associazione Italiana esperti in Infrastrutture Critiche, a carattere tecnico-scientifico, che raccoglie i professionisti, docenti e ricercatori che si occupano della strategica protezione delle infrastrutture critiche del Paese. È stato eletto il nuovo consiglio direttivo per il prossimo triennio con la nomina a presidente del ricercatore Sandro Bologna (subentra a Salvatore Tucci), a vicepresidenti Bruno Carbone (Enav) e Silvio Fantin (GSE), segretario Roberto Setola (Università Campus Biomedico) e tesoriere Guido Pagani (Banca d'Italia). Nel nuovo direttivo siedono anche Emiliano Casalicchio (Università Roma Tor Vergata), Gregorio D'Agostino (Enea), Dario de Marchi (Acquirente Unico), Luisa Franchina (Presidenza del Consiglio dei Ministri Dip. Protezione Civile), Stefano Panzieri (Università Roma Tre), Andrea Rigoni (Poste Italiane GC-SEC Global Cyber Security Center) ed Enzo Maria Tieghi (ServiTecno).
«Il rinnovo del vertice dell'AIIC», ha detto Bologna, «avviene in un momento di crescente interesse pubblico e privato, in Italia e in Europa, per la protezione di queste infrastrutture anche per i rischi connessi alle diffuse tensioni geopolitiche internazionali e agli sviluppi della cyberwar. Per questo intendiamo contribuire in modo significativo al sostegno degli organi istituzionali nell'affrontare i problemi tecnici, scientifici e gestionali su questo fronte». Il neo presidente Bologna ha ricordato che «per infrastrutture critiche (IC) si intendono tutte le strutture essenziali per il mantenimento delle funzioni vitali della società, della governance, della salute, della sicurezza e del benessere economico e sociale di un Paese, il cui danneggiamento o distruzione avrebbero un impatto significativo, anche a causa della stretta interdipendenza creatasi ("effetto domino"). Esempi tipici di IC sono le reti di trasmissione e distribuzione dell'energia, le reti dei trasporti e le reti di telecomunicazione».
Tale protezione ha assunto notevole rilievo in Europa con l'emanazione della Direttiva Europea (2008/114/CE) che individua e designa le infrastrutture critiche europee e la valutazione della necessità di migliorarne la protezione. Proprio in questi giorni essa è stata ripresa dal Governo italiano con l'emanazione del Decreto Legislativo che recepisce e attua la Direttiva UE.
Il crescente interesse delle istituzioni è parallelo all'aumentata consapevolezza del problema da parte di tutti i gestori di Infrastrutture Critiche, continuamente chiamati a difenderle sia dagli attacchi fisici che, e sempre di più, dagli attacchi informatici, con conseguenze che possono andare ben oltre la sola infrastruttura attaccata a causa della loro stretta interdipendenza.
Esempi evidenti di interdipendenza sono l'infrastruttura ferroviaria e l'infrastruttura elettrica, esempi più subdoli sono l'infrastruttura sanitaria e l'infrastruttura dei trasporti su strada, come messo in evidenza dallo sciopero degli autotrasportatori italiani del 2009.
LA MISSIONE DELL'A I I C
Il termine Protezione Infrastrutture Critiche (PIC in italiano e CIP-Critical Infrastructure Protection in inglese) è stato usato per la prima volta alla fine degli anni '90 in una Direttiva governativa dell'allora presidente degli USA.
Lo sviluppo, la sicurezza e la qualità della vita nei paesi industrializzati dipendono dal funzionamento continuo e coordinato di un insieme di infrastrutture che, per la loro importanza e strategicità, sono definite Infrastrutture Critiche. Esse includono il sistema elettrico, le reti di comunicazione, le reti di trasporto aereo, navale, ferroviario e stradale, il sistema sanitario, i circuiti finanziari, le reti a supporto del Governo, centrale e territoriale, quelle per la gestione delle emergenze, ecc..
Per ragioni di natura economica, sociale, politica e tecnologica tali strutture sono diventate sempre più complesse e interdipendenti.
Se ciò ha consentito di migliorare la loro efficienza, la qualità dei servizi erogati e di contenerne i costi, ha tuttavia indotto vulnerabilità nuove e impreviste, compreso l'"effetto domino", che rischiano di provocare reali pericoli per lo sviluppo e il benessere sociale del Paese, anche a causa delle accresciute minacce legate sia all'estremizzazione dei fenomeni climatici, sia alla tormentata situazione socio-politica mondiale.
L'Associazione, senza fine di lucro, nasce nel 2006 su iniziativa di un gruppo di professionisti delle grandi infrastrutture nazionali, attivi non solo in aziende strategiche ma anche nella ricerca e nell'accademia, per costruire e sostenere una cultura interdisciplinare per lo sviluppo di strategie, metodologie e tecnologie in grado di gestire correttamente tali infrastrutture, specialmente in situazioni di crisi o in concomitanza con eventi eccezionali o atti terroristici.
L'AIIC si propone di condividere esperienze e conoscenze nell'ambito di queste infrastrutture e di favorire un approccio interdisciplinare e intersettoriale. Per questo riunisce accademici, studiosi della materia ed esperti nelle diverse infrastrutture critiche che hanno una visione complessiva e sono in grado di supportare concretamente istituzioni e aziende nella gestione di questo complesso dominio.
In questi anni l'AIIC ha svolto un'attività di primo piano nella diffusione di una cultura e di una consapevolezza del problema della protezione delle infrastrutture critiche e nel sostegno alle istituzioni.
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