Massimiliano Macrì
Pre-Sales North Italy & Security Solutions
Pre-sales Manager Southern EMEA
Enterasys Networks, now part of Extreme Networks
L’innovativa
tecnologia 802.11ac rappresenta una significativa evoluzione
nel settore Wi-Fi, assicurando maggiore velocità e capacità
di trasmissione rispetto alle precedenti
generazioni tecnologiche. Come vendor siamo entusiasti e in attesa
dei nuovi sviluppi, con particolare attenzione ai progressi
tecnologici previsti, per molti aspetti rivoluzionari, come ad esempio la disponibilità della Multi User Access MU-MIMO
(Wave2). Vorrei sottolineare comunque, che
la strada per beneficiare in concreto di tutti i progressi, è ancora lunga.
I dispositivi mobili,
e la crescita esponenziale nell'uso delle relative applicazioni, continuano ad
esercitare un'enorme pressione sulla tecnologia 802.11, portandone ai limiti le
capacità. C’è una diffusa regola tra gli amministratori della rete, che
evidenzia che la larghezza di banda sarà consumata alla stessa velocità con cui questa
viene resa disponibile. Aggiungere più larghezza di banda non risolve i
problemi, ma certamente la tentazione di usarla è forte nel momento in cui l’avremo
a disposizione. I suggerimenti dal marketing che ruotano attorno alla
tecnologia 11ac Wave1 parlano di velocità di trasmissione di Giga che, rispetto
ai precedenti protocolli in ambiente Wi-Fi, prevedono di raggiungere una
velocità fino a 2,5 volte superiore rispetto all’attuale.
Allora, mediante
quali meccanismi si ottiene questo aumento di prestazioni delle reti wireless,
soprattutto se in confronto alla prima generazione di reti 802.11ac? La
risposta è che si ottiene grazie alla combinazione di due potenziamenti
rispetto alla tecnologia attuale: canali più ampi e meccanismi di modulazione a
maggiore densità. E’ come se avessimo ampliato la strada inizialmente a due corsie, in una autostrada
Wi-Fi a quattro corsie, agevolando
l’ingresso di un maggior numero di automobili. In sintesi, la
tecnologia 802.11ac utilizza canali a 80Mhz (rispetto ai canali a 40Mhz della
11ac) e modulazioni a 256 QAM, raddoppiando il numero di bit trasmessi per
unità di segnale.
Fatta questa
premessa, e senza voler minimizzare l’importanza offerta da questa innovazione
tecnologica, vorrei evidenziare che ci sono una serie di quesiti sulla 802.11ac
che a mio avviso, non sono stati ancora sufficientemente discussi. In pratica,
occorre fare 3 considerazioni a mio avviso fondamentali, affinchè la nuova
tecnologia risponda alle promesso e sono relative a:
1. Le capacità dei dispositivi mobili. Questo è probabilmente uno
degli aspetti delle reti wireless che viene più spesso trascurato. Le reti Wi-Fi
offrono una strada a doppio senso e, un punto di accesso più rapido non può
fare molto se, il dispositivo mobile non dispone di funzionalità in grado di
supportare la nuova velocità. Non si tratta solo di attrarre i vendor, ma la
realtà è che non tutti i dispositivi mobili sono progettati allo stesso modo.
Un iPad mini, per esempio, non ottiene le stesse performance del nuovo MacAir, se
messi a confronto nelle caratteristiche WI-FI. Il consiglio è di valutare con
attenzione quale tipo di dispositivo è meglio utilizzare, se vogliamo garantire
che le aspettative siano in linea con i risultati ottenuti.
2. Le interferenze tra i canali.
La disponibilità di canali a 80MHz non soddisfa
un aspetto importante: è possibile utilizzarli in ambienti aziendali? La prima preoccupazione
arriva dall'interferenza del nuovo canale a 80Mhz con i canali utilizzati dai
vecchi computer (che utilizzano canali a 20/40Mhz), con i quali dovranno
convivere. Tali interferenze si verificheranno più probabilmente in ambienti con
installati Access Point ad alta densità, che consentono comunque l’accesso ai
dispositivi di tipo legacy, e tutto questo influirà sul rendimento complessivo
della rete. Il modo in cui si progetterà la rete (ad esempio, per non
sovrapporre canali tra i punti di accesso legacy e i nuovi 802.11ac) potrà
essere quello, eventualmente, di sacrificare parte del rendimento potenziale
atteso dalla nuova tecnologia, ricordandosi sempre che una implementazione in
ambito 802.11ac richiede una attenta pianificazione dei canali e non può
limitarsi ad un semplice plug and play, come alcuni suggeriscono.
3. La modulazione a 256 QAM.
La nuova tecnica di modulazione ha specifici requisiti che sono relativamente
facili da rispettare perché funzioni: linea a portata e vicinanza tra gli
Access Point. Ma se queste condizioni non sono rispettate, la velocità di
trasmissione viene dimezzata e diventa equivalente agli schemi di modulazione a
64 QAM, così come fornita dalla precedente generazione di tecnologia Wi-Fi.
Inoltre, occorre evidenziare che la modulazione a 256 QAM richiede un ambiente relativamente pulito dalle
interferenze da radio frequenze e un ottimo segnale di SNR (relazione segnale
/rumore) per poter operare al meglio. Questo comporta un’implicazione diretta
sulla progettazione di una rete con tecnologia 802.11ac, con segnale
target -55dB e posizionamento verso gli AP più vicini. Se confrontiamo il tutto
con i requisiti della tecnologia 11n (-65dBm), ci rendiamo subito conto che in
realtà abbiamo bisogno di molti più Access Point per uno specifico ambiente. A
loro volta, i dispositivi dovranno essere più vicini agli AP per ottenere un
segnale più forte e chiederanno di raggiungere la massima velocità di
trasmissione.
La differenza tra
la capacità o la funzionalità reale e teorica è sempre un punto focale in ogni dibattito
sulla tecnologia, e temo che sarà difficile rispettare tutte le promesse dell’innovativa
802.11ac, almeno nella prima fase di implementazione. Suggerisco di tenere
sempre in considerazione i fattori che abbiamo precedentemente analizzato prima
di progettare la nostra rete, assicurandoci di adottare l'approccio adeguato a
soddisfare le prestazioni promesse dal nuovo standard tecnologico.
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