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lunedì 14 dicembre 2015

Indagine mondiale EY: circa il 40% delle aziende non ritiene di essere protetta dagli attacchi informatici

  • 88% delle aziende intervistate ritiene di non avere un sistema di sicurezza delle informazioni all’altezza delle reali necessità di protezione del proprio business
  • Più di due terzi, circa il 40%, delle aziende reputa necessario fare ulteriori investimenti in cybersecurity
  • Non è più una questione di "se" ma di "quando" un’azienda sarà vittima di un attacco

MILANO, 14 DICEMBRE 2015. Circa il 40% delle aziende a livello globale non considera sufficienti le soluzioni messe in campo per contrastare gli attacchi informatici. Per l’88% il sistema a presidio della sicurezza delle informazioni non è all’altezza delle reali necessità di protezione del business e il 69% degli intervistati ritiene che il budget dedicato alla cybersecurity dovrebbe essere incrementato fino al 50% per rispondere adeguatamente alle reali esigenze aziendali.
In Italia, la percezione dell’inadeguatezza dei sistemi esistenti è in linea con i numeri globali. Per ben il 71% degli intervistati dovrebbe essere incrementato il budget da destinare alla sicurezza informatica ma il 46% dichiara che rimarrà costante nei prossimi 12 mesi.
Questi sono solo alcuni dei dati emersi dall’edizione 2015 dall’indagine EY sulla protezione delle informazioni: Creating trust in the digital world. L’analisi, che ha coinvolto più di 1.750 CIO, CISO e altri Information Security Executive e Manager provenienti da 67 paesi, ha esaminato le criticità legate alla sicurezza delle informazioni che le aziende devono affrontare quotidianamente. Le minacce sono in continua evoluzione per numero e tipologia e la continua espansione della connettività del business crea nuove vulnerabilità.
Le fonti più probabili di un attacco informatico sono, secondo l’indagine, le organizzazioni criminali (59%), dipendenti (56%) e hacktivist (54%). La preoccupazione verso tali fonti di attacco è in crescita rispetto al 2014.
Anche per quanto riguarda l'Italia, la percezione è che le fonti di rischio siano le medesime, emerge infatti una specifica preoccupazione nei confronti degli hacktivist (72%), ed una crescente attenzione verso le organizzazioni criminali (+30% rispetto all’anno scorso). La preoccupazione verso gli attacchi da parte dei dipendenti diminuisce invece dal 70% al 47%.
La rapida espansione del mondo digitale offre significativi benefici, ma la sua velocità di crescita non ha consentito una stima corretta dei rischi ad essa legati e la consapevolezza delle nuove insidie è arrivata in ritardo.
Fabio Cappelli, Partner EY e responsabile Cybersecurity per l’Italia, commenta: “Le aziende, in particolare in Italia, stanno approcciando con crescente entusiasmo il processo di digitalizzazione, la cui diffusione comporta una sempre maggiore esigenza di protezione dal rischio di cyber-crime ad essa collegato. Le aziende devono sviluppare una forte consapevolezza di minacce e relativi impatti sul business nonché una chiara strategia di sicurezza in quanto il furto di proprietà intellettuale ha effetti devastanti sul successo di un’azienda e la perdita di dati e le successive attività di recupero hanno conseguenze rilevanti anche dal punto di vista economico.” Aggiunge Cappelli: “La cybersecurity, quindi, è diventata un fattore cruciale nella protezione del valore delle aziende e nella protezione del Paese”.
Vulnerabilità, minacce e protezione
Phishing e malware sono considerate come le minacce più pericolose rispettivamente dal 44% e dal 43% dei partecipanti all’indagine.
In questo contesto le aziende evidenziano anche alcune difficoltà nel contrastare gli attacchi informatici:
   Il 50% sostiene di non disporre di funzioni o figure dedicate alle minacce di sicurezza relative alle nuove tecnologie, es. IoT (54% nel mondo);
   Il 33% in Italia  non dispone di un Security Operations Center, la percentuale sale al 47 a livello globale;
   Il 38% in Italia ed il 36% a livello globale non ha attivato un programma di cyber-threat intelligence, mentre il 17% in Italia ed18% a livello globale dichiara di non avere un programma di gestione delle identità digitali e degli accessi.
A livello globale, più della metà delle aziende (57%) sostiene che la mancanza di risorse qualificate è uno dei principali ostacoli per efficacia ed efficienza delle iniziative di Information Security. Un dato che, rapportato al 53% del 2014 dimostra come la situazione sia in peggioramento.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, i vincoli di budget rappresentano ancora l’ostacolo principale (73%) ma si registra un incremento percentuale a doppia cifra rispetto al 2014 relativamente all’attenzione da parte del management (51%) ed alla consapevolezza della necessità di una governance della sicurezza (30%).
Le aziende dovrebbero innanzitutto acquisire maggiore consapevolezza dei propri asset critici e di come potrebbero essere attaccati.
In questo scenario diventa di cruciale importanza attivare le giuste difese e agire il prima possibile per contrastare gli attacchi, attraverso un modello di intelligence e di monitoraggio che preveda indicatori adeguati, specifici allarmi e limiti ben definiti.
Tra gli indicatori che il monitoraggio dovrebbe essere in grado di identificare:
   attacchi rilevati senza uno specifico scopo evidente,
   variazioni impreviste del prezzo delle azioni,
   nuovi prodotti lanciati dai competitor simili a quelli sviluppati dal proprio R&D,
   attività di M&A interrotte improvvisamente,
   comportamento inusuale di un dipendente,
   interruzione operativa, senza chiare motivazioni,
   anomalie nei processi di pagamento o nella gestione ordini,
   database di clienti o utenti con informazioni inconsistenti.

Rodolfo Mecozzi, Senior Manager EY per i servizi di Cybersecurity, conclude: “Per posizionarsi in modo sicuro e sostenibile nel mondo digitale, è necessario che le aziende guardino ogni attività attraverso una lente che consenta di evidenziare e quindi affrontare i rischi di cybersecurity. A questo si deve però aggiungere la preparazione e la capacità di rapida risposta agli incidenti. Come emerge dall’esperienza di questi ultimi anni infatti, l’impatto degli incidenti è fortemente limitato dalla capacità della leadership aziendale di porre in essere azioni tempestive ed appropriate per gestirlo”.

Alcuni esempi tra i settori analizzati:
Settore
Da dove possono provenire i potenziali attacchi informatici
Le priorità nella gestione della sicurezza delle informazioni
Consumer products
Dipendenti: 61%
Organizzazioni criminali: 52%
Collaboratori esterni in azienda: 43%
Business continuity/Disaster recovery resilience: 59%
Data leakage/data loss prevention: 50%
Identity and access management: 44%
Banking and capital markets
Organizzazioni criminali: 74%
Dipendenti: 59%
Hacktivist: 59%
Data leakage/data loss prevention: 67%
Business continuity/Disaster recovery resilience: 56%
Identity and access management: 51%
Power and utilities
Dipendenti: 70%
Hacktivist: 61%
Gruppi finanziati da organi di governo: 48%
Business continuity/Disaster recovery resilience: 52%
Identity and access management: 51%
Data leakage/data loss prevention: 44%
Oil & Gas
Hacktivist: 62%
Dipendenti: 59%
Gruppi finanziati da organi di governo: 55%
Security awareness and training: 61%
Incident response capabilities: 55%
Data leakage/data loss prevention: 55%
Telco
Hacktivist: 56%
Organizzazioni criminali: 56%
Dipendenti: 51%
Data leakage/data loss prevention: 65%
Business continuity/Disaster recovery resilience: 56%
Incident response capabilities: 56%


EY
EY è leader mondiale nei servizi professionali di revisione e organizzazione contabile, assistenza fiscale e legale, transaction e consulenza. La nostra conoscenza e la qualità dei nostri servizi contribuiscono a costruire la fiducia nei mercati finanziari e nelle economie di tutto il mondo. I nostri professionisti si distinguono per la loro capacità di lavorare insieme per assistere i nostri stakeholder al raggiungimento dei loro obiettivi. Così facendo, svolgiamo un ruolo fondamentale nel costruire un mondo professionale migliore per le nostre persone, i nostri clienti e la comunità in cui operiamo.

“EY” indica l’organizzazione globale di cui fanno parte le Member Firm di Ernst & Young Global Limited, ciascuna delle quali è un’entità legale autonoma. Ernst & Young Global Limited, una “Private Company Limited by Guarantee” di diritto inglese, non presta servizi ai clienti. Per maggiori informazioni sulla nostra organizzazione visita ey.com

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