Ed e' qui cio' su cui vogliamo porre l'attenzione: il deficit di democrazia istituzionale dell'Unione Europea, deficit rispetto al quale le spese e gli svantaggi ricadono sempre sugli ultimi anelli del sistema, i consumatori nella fattispecie.
In qualunque assetto istituzionale, quando il Parlamento prende una decisione, per non attuarla o per stravolgerla, occorre un'altrettanta decisione parlamentare o un referendum popolare. In Unione Europea non e' cosi'. Il Parlamento decide e la Commissione fa cio' che crede. Commissione che, tra l'altro, non e' espressione del voto degli europei, ma di governi nazionali votati da cittadini nazionali perche' difendano gli interessi della specifica nazione. Se qualcuno vuole (e ce ne sono anche in Parlamento Europeo) il trionfo degli Stati nazionali modello secolo scorso, fate pure, ma con la consapevolezza di tutti i danni e morti che questo modello ha provocato, le cui ferite non sono ad oggi per niente rimarginate (antisionismo, guerre di tutti i tipi, la disperazione della migrazione, etc.).
Certo, noi qui stiamo scrivendo sul roaming telefonico e non abbiamo gli strumenti per stimolare chi di dovere perche' cambi l'assetto istituzionale dell'Ue. Ma, per meglio capire l'imbuto in cui si sono infilati anche i piu' semplici diritti economici dei cittadini europei, serve ricordare l'assurdita' di questa vicenda e della sua non-evoluzione o, meglio, della sua evoluzione in uno specifico senso: perche' in un'Europa della moneta unica, delle frontiere valicate senza documenti, di tanti diritti economici gia' omogenei, bisogna regalare soldi alle aziende tlc a fronte di spese -tecnologia docet- che sono del tutto identiche sia che si telefoni nella propria nazione che oltre essa?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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