La
rivoluzione 3.0 arriva in Trentino. Apre il primo laboratorio con
stampanti 3D, officina elettronica e robotica, falegnameria, laser,
centro di design e programmazione digitale, dedicato alle imprese green,
hi-tech e all’artigianato di alto livello. Trentino Sviluppo: «Un passo
in avanti nel nostro processo d’innovazione tecnologica e nuova
manifattura»
Come
si possono progettare e prototipare le invenzioni green e hi-tech che
rivoluzioneranno l’economia del XXI secolo? Si parla tanto di startup,
nuova manifattura, makers, laboratori digitali. Termini nuovi che raccontano il ritorno del grande artigianato di bottega made in Italy.
Dal digitale alla robotica, dalle tecnologie verdi ai sistemi di
risparmio energetico, negli ultimi anni in Italia hanno aperto numerosi
nuovi laboratori e officine per far lavorare gli artigiani altamente
specializzati che cercano di innovare la nostra economia.
Ora però s’inizia a fare sul serio. A Rovereto, a Progetto Manifattura, l’incubatore green di Trentino Sviluppo arriva WitLab, uno dei più grandi Fablab d’Europa, un laboratorio artigiano hi-tech,
con stampanti 3D, un’officina per imprese grandi e piccole, nuove e
mature, dove fare sperimentazioni e prototipazioni di elettronica e
programmazione robotica, falegnameria, una stazione di design e
progettazione a tre dimensioni. Sulla linea dei Techshop americani
Witlab, con i suoi 300 metri quadri, si propone come un
modello innovativo di spazio dove condividere saperi, know-how, idee,
consigli tecnici, stringhe di codice, componenti cibernetiche o di
materiali riciclati e dove poter mettere in pratiche idee di sviluppo.
Non importa che tu sia lo sviluppatore di una impresa media-grande o uno
studente. Il laboratorio è pensato per essere uno spazio R&D per
chi non ne possiede uno o non vuole investire decine di migliaia di euro
per possedere determinate tecnologie. Perché farlo d’altronde quando si
può affittare, inclusi i materiali a consumo?
Insomma
Witlab è l’evoluzione ai tempi di Facebook dell’officina del nonno.
Il nome di questo spazio, WitLab, deriva dall'unione delle parole Witted e Fablab.
Witted Srl è una startup innovativa che si occupa dello sviluppo di
prodotti nell’ambito delle tecnologie green e medicale. Il concetto di FabLab, invece, dall'inglese “Fabrication Laboratory”, laboratorio di fabbricazione, nasce nel 2001 al Media Lab del MIT
(Massachusetts Institute of Technology, Boston, USA), con lo scopo di
rendere facilmente accessibili molte delle tecnologie di prototipazione
veloce (fast-prototyping) e di sviluppo prodotto. Un sistema altamente flessibile e veloce, fondamentale nell’epoca delle start-up e della rinascita dell’artigianato hi-tech e clean tech.
A cosa serve nel concreto?
Innanzitutto per trasformare un’idea di prodotto in realtà:
dall’oggetto di design al prototipo meccanico. Sono tante le cose che si
possono realizzare: dalla custodia innovativa per l’iPhone alle
componenti per la prossima generazione di impianti ad energie
rinnovabili, dai circuiti per sistemi robotici al design di raffinate
lampade LED.
Spesso realizzare un prototipo da testare
prima di metterlo sul mercato può costare anche centinaia di migliaia
di euro. Ci si deve affidare ad artigiani specializzati, spesso più di
uno, per realizzare ad hoc pezzi su misura per il proprio prototipo.
Grazie a tutte le macchine di nuova generazione presenti nel Witlab,
dalle tagliatrici laser alle stampanti in grado di realizzare veri e
propri oggetti in 3 dimensioni di vari materiali (dalle fibre sintetiche
al metallo) e ai sistemi di modellazione 3D informatici, questi costi
possono essere notevolmente ridotti.
«Offriremo un servizio per tutte le imprese della provincia – spiega Andrea Saiani,
co-fondatore di WitLab - dalle grandi imprese che non hanno laboratori
di meccanica o elettronica alle startup interessate a realizzare un
prototipo del proprio prodotto, che spesso hanno poco più che un
computer e mancano delle attrezzature per assemblare componenti, siano
essi per la meccatronica che per le tecnologie della sostenibilità».
Porte aperte anche per le università,
come Università di Trento che attraverso il dipartimento di Scienze
Cognitive ed il CiMeC che già collaborano sia per la realizzazione di
componenti per progetti di ricerca che per attività degli studenti.
Vengono poi organizzati workshop mirati,
abilitativi alle tecnologie e conoscitivi di tecniche costruttive e
prototipali sfruttando anche la crescente riccettività che si sta
strutturando nell’area di Progetto Manifattura.
«Poter avere il WitLab a disposizione per startup, imprese, artigiani, ma anche scuole e laboratori universitari, è un passo in avanti nel percorso di nuova manifattura intrapreso nel Trentino», spiega Giovanna Flor, consigliere delegato all’innovazione di Trentino Sviluppo.
«In questo modo abbiamo dotazioni al pari dei grandi FabLab americani,
in grado di rivitalizzare l’innovazione nell’impresa e avvicinare i
giovani alle scienze, dalla meccanica avanzata alla robotica di base,
passando per digital design e creatività tecnologica».
WitLab è aperto
dal lunedì al venerdì dalle 15:30 alle 20:30 ed il
sabato dalle 10 alle 17. Per i lettori interessati:
hello@witlab.io
COSA E’ PROGETTO MANIFATTURA?
Nato dal recupero, avviato nel 2009 da Trentino Sviluppo, dello storico opificio tabacchi, Progetto Manifattura
è il primo e il più grande incubatore e hub d’imprese orientato alla
sostenibilità e all’economia verde (green economy).Al suo interno
operano imprenditori di ogni settore dall’edilizia verde alle reti
elettriche intelligenti, dagli impianti rinnovabili di futura
generazione alla moda “eco”. Progetto Manifattura e servizi tutti votati
ad un progetto: rendere la produzione di energia e lo sviluppo più
sostenibile.
Attualmente a Progetto Manifattura trovano spazio 45 start-up e varie imprese di grandi dimensioni. Come il colosso dell’eolico VeronaGest, fatturato da 100 milioni di euro e oltre 40 addetti.
Per
le imprese junior esiste il programma Greenhouse, dove sono assistite
per strutturare la propria idea d’impresa e per perfezionare i propri
prodotti o servizi. Progetto Manifattura offre loro infrastrutture,
affiancamento e formazione professionale.
I
“grandi”, già pronti ad aggredire il mercato, sono invece inseriti nel
programma Innovation Factory, dove grazie a mentoring professionale,
formazione continua e collegamento con investitori possono avere
numerose opportunità per far crescere il proprio business.
A
Settembre è stata avviata la progettazione esecutiva e i primi lavori
per la realizzazione dei nuovi spazi produttivi in Progetto Manifattura,
su base di un progetto green di Kengo Kuma. Nuovi spazi a basso impatto
energetico, con tetto verde, e dotata di tutti gli accorgimenti
dell’architettura sostenibile più radicale.
Entro
il 2018, infatti, saranno, infatti, aperti quasi 20mila metri quadri di
spazi per la manifattura leggera. L’opera costerà 36,4 milioni di euro,
dovrà essere terminata entro il 2018 e consentirà di quintuplicare gli
spazi oggi a disposizione dentro Progetto Manifattura, rendendo
possibile l’insediamento d’imprese di dimensioni importanti, provenienti
anche da fuori provincia, che già hanno manifestato interesse per
trasferirsi in Trentino.
«La
tipologia produttiva del nostro paese - spiega Michele Tosi, direttore
dell’Area Innovazione e Nuove Imprese di Trentino Sviluppo - è
particolarmente adatta a questa modalità produttiva, perché le imprese
piccole, snelle e in rete hanno mostrato di essere più efficaci della
grande impresa fordista a fronteggiare questo nuovo scenario. Anche
mobilitando le risorse culturali e sociali dei contesti locali. Facendo
innovazione low cost in settori tradizionali, cercando soluzioni a
partire dai problemi, senza modelli precostituiti.
Mescolando
high tech e low tech, senza piegarsi al mito delle monoculture
tecnologiche e senza ricreare finte Silicon Valley dove non possono
crescere».
Celebrata da giornali
come La Stampa, Corriere, Wired, come una delle avanguardie dell’impresa
nel XXI secolo (a maggio avrà il più grande laboratorio di
prototipazione 3D d’Italia), Progetto Manifattura va a completare
l’offerta dei tanti incubatori made in Italy, che stanno aiutando a
guidare la ripresa, aprendo su uno dei segmenti economici più in
crescita, quello della green economy.
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