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giovedì 5 aprile 2012

Red Hat: "Ease into the cloud"?

Che cosa significa "Ease into the cloud"?

 

Un paio di settimane fa, abbiamo annunciato la disponibilità della versione beta di JBoss Enterprise Application Platform 6, pietra miliare nel progetto di far conoscere e portare la nostra piattaforma di ultima generazione alle aziende. Nel blog abbiamo accennato un concetto chiamato "Ease into the Cloud", ma cosa significa realmente?

 

In Red Hat abbiamo parlato per anni di cloud e di come stia cambiando il mondo dell'informatica, soprattutto quella aziendale. Quando abbiamo iniziato a lavorare sull'abilitazione della nostra piattaforma al cloud, abbiamo elaborato alcune idee concrete su ciò che l'esperienza JBoss di "andare sulla nuvola" avrebbe dovuto offrire:

 

1.      Into the cloud non è un viaggio di sola andata - Spesso, quando assistiamo ad una svolta tecnologica, l'azienda è costretta a seguire un percorso irreversibile. In alcuni casi questo significa riprogettare l'architettura delle applicazioni, rifare l'integrazione e - nel caso della nuvola - persino potenzialmente riconsiderare l'approccio ai dati, sottraendo tempo e denaro a innovazione e risultati. Ma non è così che dovrebbe essere. Le aziende hanno bisogno di spostare i carichi di lavoro "bi-direzionalmente" ovvero dal cloud all'enterprise e viceversa, in modo rapido e facile in entrambe le direzioni. Ecco perché le organizzazioni si rifanno sempre più al concetto di cloud aperte e ibride quale principio di base della loro architettura enterprise. Si possono infatti verificare casi in cui le aziende devono spostare carichi di lavoro tra provider e tecnologie cloud differenti. Qualunque sia la necessità, si potranno utilizzare le soluzioni JBoss per soddisfare una vasta gamma di esigenze basandosi sul tipo di carico, sul momento del ciclo di vita dell'applicazione o semplicemente per risparmiare. In ogni caso, un'applicazione Platform-as-a-Service (PaaS) dovrebbe essere facile da gestire, sia on-premise che viceversa. Allo stesso modo, allontanarsi dai tradizionali approcci ai dati e passare - ad esempio - a Red Hat JBoss Data Grid 6 , non significa sostituire i database esistenti, ma integrarli per applicazioni cloud-based.

 

2.      Into the cloud non significa necessariamente di serie "A" – Fermo restando che pensiamo di possedere il miglior stack per il cloud (dal sistema operativo in su), sappiamo anche che le persone apprezzano la possibilità di scelta che Red Hat offre. Per questo motivo stiamo pianificando di predisporre JBoss Enterprise Application Platform 6 per operare bene in una varietà di ambienti (tra cui OpenShift, Amazon e VMware). Questo principio progettuale si estende anche agli altri sforzi Red Hat in ambito cloud. Proprio come OpenShift cerca di offrire un percorso verso il cloud a tutti gli sviluppatori (Java, mobile, PHP, ecc), così JBoss vuole essere una piattaforma applicativa per tutte le "nuvole".

 

  1. Into the cloud alle VOSTRE condizioni - Non tutti opteranno per il cloud o almeno non immediatamente. Per quanto ci riguarda, ogni azienda dovrebbe essere in grado di scegliere il proprio percorso. Una nuvola può essere Infrastructure-as-a-Service (IaaS), oppure parzialmente Platform-as-a-Service (PaaS) e tutto il resto on-premise. Proprio per questo stiamo lavorando per rendere la tecnologia più facilmente trasferibile e – al contempo –capire come incentivare le sottoscrizioni alle soluzioni cloud-ready JBoss Middleware di Red Hat. L'anno scorso abbiamo creato un nuovo modello di sottoscrizione che ha semplificato il pricing per implementazioni bare metal o virtuali. In futuro, abbiamo in programma di rendere disponibili le sottoscrizioni JBoss Enterprise Application Platform come parte di altre offerte Red Hat. Stiamo offrendo ai clienti gli strumenti e la flessibilità per migrare al cloud secondo i propri tempi.

 

 


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